Spagna contro Airbnb. “Ritirare 66mila annunci, sono illegali”. Il ricorso della piattaforma

Il ministero spagnolo di Diritti Sociali, Consumo e Agenda 2030 ha ordinato ad Airbnb di rimuovere 65.935 annunci di alloggi turistici dalla sua piattaforma online, riscontrando gravi irregolarità che violano la normativa vigente sulla pubblicità di questo tipo di locazioni. Lo segnalano fonti ministeriali riportate oggi dai media iberici.
Le contestazioni di Consumo, formalizzate attraverso tre distinte risoluzioni negli ultimi mesi, si concentrano su tre mancanze: l'omessa indicazione del numero di licenza o registrazione (obbligatoria in diverse normative regionali); la presenza di codici identificativi errati o la mancata specificazione della natura professionale o privata dei locatori, un'informazione cruciale per definire i diritti dei consumatori.

L'azione del governo spagnolo si concentra sulle locazioni di intere abitazioni destinate a uso turistico e non riguarda gli annunci di affitti di singole stanze. Il ministero di Consumo ha, inoltre, reso noto che Airbnb ha impugnato una delle risoluzioni ministeriali, ma il Tribunale Superiore di Giustizia di Madrid ha respinto il ricorso, convalidando la richiesta di rimozione immediata di 5.800 annunci di appartamenti turistici situati in Andalusia, Comunità di Madrid, Catalogna, Comunità Valenziana, Isole Baleari e Paese Basco.
Si stringe dunque il giro di vite sulla deregulation degli annunci per affitti turistici in Spagna, mercato che è il grande accusato dell’aumento esponenziale dei costi di acquisto e affitto case nelle città e nei luoghi turistici iberici (e non solo), a rafforzare iniziative locali come quella del sindaco di Barcellona, che ha promesso lo stop a quasi 10mila licenze di affitto breve nella metropoli catalana entro fine 2028.

Il ministro del Consumo, Pablo Bustunduy (Sumar), ha espresso pubblicamente la volontà di collaborare con le amministrazioni competenti per contrastare "la diffusa illegalità" nel settore degli alloggi turistici, con l'obiettivo di favorire l'accesso alla casa dei residenti e tutelare i diritti dei consumatori.
La piattaforma Airbnb ha affermato che farà ricorso contro la decisione. La società, tramite un portavoce, ha detto di non ritenere che il ministero sia autorizzato a pronunciarsi sugli affitti a breve termine e lo ha accusato di aver utilizzato "una metodologia indiscriminata" per includere affitti Airbnb che non necessitano di una licenza per operare.

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